Intervista Avvocato Anna Maria Bernardini De Pace

17 dicembre 2025

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L’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti delle donne e nel contrasto a ogni forma di violenza. La sua battaglia storica contro i soprusi si sposta ora su un nuovo e pericoloso fronte: quello dei social network e del web. Proprio nel 2025, per rispondere al dramma dello 'stupro digitale' e della diffusione illecita di foto private, l'Avvocato ha dato vita a una coraggiosa Class Action. Si tratta di un’iniziativa legale collettiva che mira a unire le voci di migliaia di vittime per chiedere giustizia e responsabilità ai colossi della rete. In questa conversazione, scopriremo come questo progetto intenda rompere il silenzio che circonda la violenza online e quali siano gli strumenti per difendere, finalmente, la dignità di ogni donna nel mondo digitale.

 

Lo studio legale ha attivato l’indirizzo email  azionecollettiva@abdp.it per raccogliere le    adesioni, garantendo la riservatezza assoluta delle vittime che sceglieranno di unirsi all’azione collettiva. Tuttavia, emergono già le prime difficoltà operative: per il caso “Mia Moglie” sono pervenute poche segnalazioni, con le donne che manifestano timore nel denunciare pubblicamente.


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17 dicembre 2025
Roma si conferma capitale mondiale dei grandi eventi con una festa straordinaria per salutare il 2025 e accogliere il 2026. L'Assessore Onorato ha presentato un programma che unisce musica di qualità e partecipazione popolare in una delle cornici più iconiche della città. Il Concertone al Circo Massimo L'evento centrale del 31 dicembre sarà un triplo concerto gratuito intitolato “Roma 2026 - Tre concerti in un'unica notte” . Protagonisti: Sul palco saliranno tre grandi nomi della musica italiana contemporanea: Alessandra Amoroso , Fabri Fibra e Tananai . Orario e Accesso: L'inizio degli spettacoli è previsto per le ore 21:00 . L'ingresso sarà libero e gratuito , permettendo a decine di migliaia di cittadini e turisti di festeggiare insieme. Atmosfera: L'obiettivo è offrire uno show che parli a tutte le generazioni, consolidando il trend che vede Roma ai primi posti nelle destinazioni mondiali per il turismo legato ai grandi concerti. Roma Città Turistica e dei Grandi Eventi Secondo i dati illustrati dall'Assessore negli ultimi mesi, Roma sta vivendo un momento di crescita record: Presenze Record: Per il periodo delle festività natalizie sono attesi circa 770.000 turisti . Impulso Economico: Gli eventi e i congressi stanno contribuendo in modo decisivo alla creazione di ricchezza per la città, con un indotto turistico che supera i 13 miliardi di euro nel 2025. Attrattiva Internazionale: Roma è stata classificata al quarto posto nella Top 100 delle destinazioni turistiche mondiali del 2025. Oltre al concertone, la città offre un ricco calendario di appuntamenti natalizi.
17 dicembre 2025
1. L’UNESCO ha riconosciuto la cucina italiana come patrimonio immateriale dell’umanità, un risultato storico che celebra tradizione e identità nazionale. Quale impatto concreto pensa che questo riconoscimento avrà sulle filiere agricole e sulla competitività internazionale dei nostri prodotti nel breve e medio termine? Esistono già proiezioni ambiziose sui benefici di questo traguardo, ma prima di concentrarci sui numeri vogliamo lavorare con determinazione affinché queste stime si concretizzino e, anzi, vengano superate. Ci crediamo fermamente, consapevoli che l'Italia è una nazione chiamata a competere su un unico terreno d'eccellenza: quello della qualità assoluta e del genio creativo. Il 10 dicembre scorso abbiamo ricevuto un riconoscimento che consolida la reputazione internazionale delle nostre produzioni e valorizza le filiere agricole e alimentari che ne costituiscono l’anima. La cucina italiana nasce infatti dall’eccellenza delle materie prime, dal lavoro instancabile degli agricoltori e da un sapere diffuso e radicato nei nostri territori. Questo risultato rafforza la promozione del Made in Italy sui mercati esteri, dove qualità, sicurezza e legame con l’origine sono requisiti sempre più ricercati. In quest’ottica, il riconoscimento UNESCO diventa uno strumento formidabile nella lotta all’Italian sounding, un fenomeno che sottrae valore ai nostri produttori e inganna i consumatori mondiali. Difendere la nostra cucina significa, prima di tutto, tutelare i prodotti autentici che la rendono inimitabile. Il valore di questo traguardo si riflette direttamente sulla crescita dei territori. La cucina italiana è un potente fattore di attrazione capace di dare nuovo slancio al turismo enogastronomico, generando ricadute economiche positive lungo tutta la filiera: dall’agricoltura alla ristorazione, fino ai servizi correlati. Come Governo, ci impegneremo affinché questo patrimonio culturale si traduca in opportunità concrete per le imprese e per l’occupazione, nel pieno rispetto delle identità locali e delle tradizioni che rendono l’Italia un modello unico al mondo. 2. Al Forum Qualivita ha sottolineato l’importanza di difendere le Indicazioni Geografiche come patrimonio strategico delle filiere italiane. In che modo il Ministero intende coinvolgere l’UE e i partner internazionali per rafforzare queste tutele in un contesto di mercati globali sempre più competitivi? L'Italia detiene il primato mondiale per numero di certificazioni, con ben 891 prodotti DOP, IGP e STG che rendono il nostro Paese il leader indiscusso del sistema delle Indicazioni Geografiche. Questo patrimonio economico, culturale e sociale va tutelato con determinazione, poiché garantisce qualità, tracciabilità e un legame indissolubile con i territori. L’Italia è impegnata affinché l’Unione Europea rafforzi ulteriormente il sistema di tutela delle IG, sia attraverso l’attuazione del nuovo Regolamento UE 2024/1143, sia mediante accordi commerciali che ne assicurino il riconoscimento automatico anche fuori dai confini comunitari. Il confronto costante con la Commissione Europea punta a politiche più incisive che riconoscano le IG come leva strategica di sviluppo e competitività. Sul piano internazionale, è fondamentale dialogare con i partner commerciali per affermare il valore delle produzioni legate all’origine e contrastare fenomeni come l' Italian Sounding, le imitazioni e le usurpazioni. Gli accordi bilaterali e multilaterali dimostrano che è possibile coniugare l’apertura dei mercati con la protezione rigorosa delle identità produttive. L’Italia continuerà a svolgere un ruolo da protagonista, portando in Europa e nel mondo le istanze dei produttori e dei Consorzi, con l’obiettivo di difendere il valore economico, sociale e ambientale delle nostre denominazioni, a beneficio delle comunità locali e dei consumatori globali. 3. Durante il Forum FAO sul tema delle soluzioni tecnologiche per la sostenibilità alimentare ha visitato il padiglione CREA. Come vede il ruolo dell’innovazione tecnologica nel rendere più resilienti le nostre produzioni di fronte alle sfide del cambiamento climatico? Di fronte ai cambiamenti climatici e alle nuove sfide globali, è necessario puntare su scienza, ricerca e innovazione per rafforzare le nostre filiere produttive. Le tecnologie dell’agricoltura di precisione, dalla digitalizzazione dei campi all’uso dei dati, consentono di ottimizzare l’impiego delle risorse, ridurre gli sprechi e migliorare le rese produttive, con benefici sia ambientali sia economici. In questa direzione si muove l’azione del Ministero, che sostiene investimenti in innovazione, ricerca applicata e trasferimento tecnologico. Un ambito particolarmente rilevante è quello delle Tecnologie di Evoluzione Assistita, che permettono di migliorare le varietà vegetali in modo mirato, aumentando la resistenza a malattie e stress climatici, nel rispetto delle normative europee. L’Italia ha scelto di sostenere la sperimentazione scientifica, consapevole che innovare significa tutelare il futuro delle nostre produzioni. Investiamo nella zootecnia, nella digitalizzazione e nei progetti di ricerca del CREA, con l’obiettivo di accompagnare le imprese agricole verso modelli produttivi più efficienti e resilienti. Innovazione, formazione e ricerca sono strumenti fondamentali per consentire all’agricoltura italiana di adattarsi ai cambiamenti climatici e continuare a garantire sicurezza alimentare. 4. Il boom di interesse internazionale per l’Italia - anche legato alla recente visibilità UNESCO - sembra favorire il turismo enogastronomico. Quali strategie ha il Ministero per valorizzare i prodotti locali e farli diventare volano di sviluppo territoriale ed economico? Il legame tra produzioni tipiche, paesaggio e comunità è uno dei punti di forza della nostra Nazione e costituisce un elemento centrale anche per l’attrattività turistica dell’Italia. Come Ministero, lavoriamo per rafforzare le filiere locali e valorizzare il rapporto tra prodotto e territorio, sostenendo strumenti come i Distretti del cibo e promuovendo la collaborazione tra produttori, operatori turistici e istituzioni. L’obiettivo è creare opportunità di crescita che partano dalle aree rurali e coinvolgano l’intero sistema economico locale. Il turismo enogastronomico rappresenta una componente sempre più rilevante dell’offerta turistica nazionale e contribuisce in modo significativo alla spesa dei visitatori, italiani e stranieri. In questo contesto, la cucina italiana è un’esperienza culturale che unisce tradizione, qualità e identità. Il riconoscimento UNESCO rafforza questa narrazione e offre un’ulteriore occasione per promuovere i territori, i borghi e le aree interne, creando valore e occupazione. La strategia del Governo è accompagnare questo processo con politiche di promozione, formazione e qualità, affinché la tipicità diventi un fattore stabile di sviluppo e coesione. 5. Nel corso del 2025 il settore agricolo ha affrontato dibattiti complessi, tra pressioni internazionali, questioni normative e prospettive economiche globali. Quali sono, secondo lei, le priorità politiche su cui lavorare per sostenere reddito, innovazione e competitività nel prossimo futuro? (Potrebbe includere riferimenti alla PAC, eventuali riforme, e il ruolo delle cooperative agricole). La tutela del reddito degli agricoltori è uno dei principali obiettivi della nostra azione politica. Su questo, l’Italia ha invertito la rotta con una crescita record del reddito agricolo del 9,2% nel 2024, che si somma all'11,7% del 2023. Un dato politico dirompente se paragonato alla media UE, ferma allo 0,7% e reduce da un crollo drammatico del -6,2% l'anno precedente. Questa è la prova che difendere la nostra sovranità alimentare paga. In ambito europeo, siamo pronti a dare battaglia per una Politica Agricola Comune (PAC) che non sia un mero esercizio burocratico o ideologico, ma uno strumento forte e finanziato. Ci opporremo con fermezza a ogni ipotesi di ridimensionamento: tagliare i fondi significa minare la nostra sicurezza nazionale. L'Italia, primo Paese in Europa per valore aggiunto agricolo, non accetterà compromessi che penalizzino chi produce. A livello nazionale, il nostro Governo ha smesso di considerare l'agricoltura un settore di assistenza, trattandolo finalmente come il pilastro strategico che è: una filiera che genera il 15% del PIL nazionale. Abbiamo rafforzato le filiere e i contratti di distretto, fornendo strumenti reali di gestione del rischio per sottrarre le imprese al ricatto della volatilità dei mercati. La nostra visione politica mette al centro il ricambio generazionale: mentre l'occupazione agricola in Europa crolla del 17%, l'Italia cresce. Vogliamo giovani che portino innovazione, digitalizzazione e competitività, valorizzando lo straordinario modello organizzativo delle cooperative e dei consorzi, che sono la nostra avanguardia nel mondo. Sui tavoli internazionali, la nostra linea è la "reciprocità": non permetteremo più accordi commerciali che espongono i nostri produttori a una concorrenza sleale. Difendiamo un export record da 70 miliardi di euro e il valore immenso della nostra cucina, oggi patrimonio UNESCO. La sfida politica è quella di garantire agli agricoltori italiani la libertà di produrre, crescere e vincere sui mercati globali, fieri di un’identità che il mondo intero ci invidia.
Autore: Carlo Fiorio 17 dicembre 2025
Presidente, al termine di questi 15 anni al governo della Regione Veneto, quali sono i giorni più belli che vuole condividere con noi e quali sono le persone che vuole ringraziare? Rispondere a questa domanda è difficile perché ogni giorno al servizio del Veneto è stato significativo. Tuttavia, alcuni momenti resteranno indelebili: il giorno del referendum per l’autonomia del 22 ottobre 2017, che ha visto oltre due milioni di veneti esprimersi democraticamente per il futuro della Regione; e poi il periodo dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, in cui il Veneto ha mostrato al mondo intero la sua capacità organizzativa e il valore della sua sanità pubblica. Non posso non ricordare anche i momenti difficili legati alle emergenze ambientali – dalle alluvioni alle tempeste – che però hanno evidenziato la solidarietà e il coraggio dei cittadini veneti. Il risultato a cui tengo di più è però lo standing che, con la mia squadra di governo, ho saputo dare al Veneto, a livello nazionale e internazionale. Pensa ad esempio alle olimpiadi di Milano Cortina: i giochi non vengono certo affidati a caso ma quei territori che sono in grado di avere credibilità, visione e forza propositiva. Una domanda che le vorrebbero rivolgere tutti i suoi affezionati elettori – lei è il recordman italiano di preferenze con oltre 200.000 persone che l’hanno votata – quali sono i suoi programmi futuri, i suoi sogni, i suoi progetti non ancora realizzati? Sono e resto al servizio del Veneto. L’autonomia differenziata è stata un sogno che abbiamo trasformato in realtà con anni di lavoro serio e istituzionale: oggi è legge dello Stato, e il Veneto è pronto ad attuarla con responsabilità, trasparenza e spirito costruttivo. Per il futuro, desidero continuare a dare voce al territorio, alle comunità locali, alle eccellenze che fanno grande il Veneto. Non escludo nulla, ma ogni passo sarà fatto pensando al bene comune. Si parla di lei come un possibile candidato “forte” come sindaco di Venezia, una delle città più preziose e delicate al mondo intero. Se dovesse proporsi, su quali punti programmatici impernierebbe la sua azione? Ogni valutazione sarà fatta nei tempi e nei modi opportuni. Detto questo amo profondamente Venezia: é senza dubbio la città più bella del mondo. Lei è stato un apprezzatissimo Ministro dell’Agricoltura e viene ricordato per la sua vicinanza al mondo dell’ippica. Troverà ancora il modo di dare una mano ad un settore che la ricorda sempre e per cui Lei è una fonte di speranza? Il mondo agricolo e quello ippico mi sono sempre stati nel cuore. Sono settori che uniscono tradizione, economia, passione e lavoro vero. L’ippica ha bisogno di riforme strutturali e di visione: merita un rilancio che parta dal riconoscimento del suo valore culturale e sportivo. Se ci saranno occasioni, continuerò a essere un interlocutore attento e propositivo, consapevole delle criticità ma anche delle grandi potenzialità di questo settore. Il nostro magazine nazionale nasce anche per essere vicino a tutti gli sport che non hanno una risonanza mediatica come il calcio e il tennis, in particolar modo il mondo del cavallo. Lei cosa ne pensa? Penso che sia un’iniziativa encomiabile. In un Paese dove spesso l’attenzione si concentra su pochi sport, dare visibilità a discipline meno raccontate è un atto di giustizia e di promozione culturale. Il mondo del cavallo è una scuola di vita, un ambito che educa al rispetto, alla disciplina, al contatto con la natura. L’Italia ha bisogno di un sistema sportivo più inclusivo, capillare e radicato nei territori. E il Veneto, in questo, vuole essere d’esempio.
17 dicembre 2025
1. Che cos'è CIWAS 4 FEM e perché avete sentito l'urgenza di far nascere questo progetto? CIWAS 4 FEM è il progetto della nostra Confederazione dedicato alla Gender Equality nello Sport. L'urgenza non nasce da un'improvvisa scoperta, ma dalla consapevolezza maturata giorno dopo giorno: nel nostro settore, come in molti altri, le donne devono ancora superare barriere che per gli uomini semplicemente non esistono. Ci siamo ispirati a una frase che riassume perfettamente la nostra visione: "Per poter correre bisogna prima aprire le strade". Ecco, CIWAS 4 FEM nasce per aprire queste strade in modo concreto, non con manifesti teorici ma con azioni misurabili. Rappresentiamo oltre 420 club in tutta Italia e abbiamo la responsabilità di usare questa rete per generare cambiamento culturale reale. Non potevamo più limitarci a dichiarazioni di principio mentre tante donne nello sport continuano a incontrare ostacoli strutturali che ne limitano il potenziale. 2. CIWAS 4 FEM si articola in quattro iniziative molto diverse tra loro: qual è il filo conduttore che le unisce? Il filo conduttore è l'azione concreta su livelli complementari. Abbiamo scelto di non concentrarci su un unico fronte perché la Gender Equality richiede interventi sistemici. Con la petizione per intitolare lo Stadio della Farnesina a Paola Pigni lavoriamo sul piano simbolico : riconoscere pubblicamente chi ha aperto strade è fondamentale per ispirare le nuove generazioni. Paola non è stata solo un'atleta straordinaria, ma una pioniera che ha combattuto pregiudizi culturali profondi. Il sostegno al Manifesto "Donne di Sport" di MSA agisce sul piano strutturale : quote di rappresentanza, mentoring, formazione sulla leadership inclusiva. Sono misure concrete che cambiano le organizzazioni dall'interno. Con "Step by Step for Difference" e Differenza Donna interveniamo sul piano sociale : portiamo il benessere attraverso lo sport a donne e bambini vittime di violenza, dimostrando che il wellness è strumento di recupero e empowerment. Infine, "Aria Nuova per lo Sport" lavora sul piano culturale : combattere stereotipi e discriminazioni attraverso comunicazione e sensibilizzazione. Quattro livelli diversi, un'unica direzione: aprire strade dove oggi ci sono muri. 3. Quanto è importante, secondo voi, passare dalle dichiarazioni di principio ad interventi tangibili come l'intitolazione di uno stadio, il sostegno alla leadership femminile o i progetti contro la violenza? È fondamentale e non rinunciabile. Il nostro settore è pieno di buone intenzioni che restano sulla carta. Noi abbiamo scelto un approccio diverso: ogni iniziativa di CIWAS 4 FEM ha obiettivi misurabili. Prendiamo "Step by Step": non diciamo genericamente "sosteniamo le donne vittime di violenza", ma doniamo concretamente 18 sessioni di allenamento e mindfulness presso 9 sedi di Differenza Donna. Sono numeri, sono persone, sono risultati verificabili. Oppure il Manifesto "Donne di Sport": non si limita a dichiarare che "serve più parità", ma elenca 10 azioni precise - dalle quote di rappresentanza ai programmi di mentoring - che ogni organizzazione può adottare e rendicontare. Le dichiarazioni di principio servono a orientare, ma sono le azioni tangibili che cambiano la realtà. E noi vogliamo cambiare la realtà, non solo parlarne. CIWAS ha sempre creduto che la credibilità si costruisca con i fatti: abbiamo eliminato le quote di affiliazione per abbattere barriere economiche, costruiamo partnership con istituzioni e aziende leader per portare valore concreto ai nostri affiliati. CIWAS 4 FEM segue esattamente questa filosofia. 4. CIWAS 4 FEM è definito un progetto in crescita: quali sono i prossimi passi e che ruolo possono avere cittadini, istituzioni e mondo sportivo? CIWAS 4 FEM è nato con quattro iniziative ma è strutturato per crescere. Stiamo già lavorando su nuovi fronti: formazione specifica sulla leadership femminile per le nostre affiliate, protocolli di inclusività da implementare nei club, collaborazioni con università per ricerca sul gender gap nel wellness. Ma il progetto può crescere solo se diventa patrimonio collettivo. I cittadini possono agire subito: firmare la petizione per Paola Pigni e il Manifesto "Donne di Sport" richiede 30 secondi ma ha un impatto simbolico enorme. Ogni firma è un messaggio alle istituzioni. Le istituzioni hanno il potere di trasformare le buone pratiche in politiche sistemiche. Chiediamo loro di riconoscere il valore delle pioniere come Paola Pigni, di sostenere progetti come Ciwas 4 Fem e di promuovere la rappresentanza femminile negli organismi sportivi. Il mondo sportivo - club, federazioni, aziende - deve passare dalle parole ai fatti. Implementare il Manifesto "Donne di Sport" nelle proprie strutture, creare opportunità concrete di crescita per le donne, misurare e rendicontare i progressi. CIWAS 4 FEM non è solo "il progetto di CIWAS per le donne". È un movimento per aprire strade che tutti - uomini e donne - dobbiamo percorrere insieme. Perché uno sport più equo è semplicemente uno sport migliore. E un Paese che valorizza il talento a prescindere dal genere è un Paese più forte.
Autore: Stefano Di Pietro 17 dicembre 2025
Il sociologo Pier Paoloo Pinto dà alle stampe il suo nuovo saggio “Inside”: un elogio delle virtù troppo spesse dimenticate del silenzio, considerato come strumento di crescita personale e necessità da soddisfare. di Anna Maria Rengo